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VALUTAZIONE OGGETTIVA E SOGGETTIVA DEL RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO (D. LGS. 81/08)
La prima volta che fu utilizzato il termine stress fu in campo medico scientifico dallo studioso H. Selye. Nel lontano 1936 il fisiologo utilizzò il termine stress all'interno di una Ricerca come sinonimo di "risposta" di alcuni organismi dopo essere stati sottoposti alla somministrazione di sostanze pericolose. Di per sé, quindi, il termine "stress" non indica necessariamente qualcosa di negativo ma, invece, la "naturale" risposta di un organismo messo dinnanzi a una fonte di pressione.
Pertanto con stress lavoro correlato si intende quella situazione che, solo in ambito lavorativo, richiede al lavoratore la capacità di affrontare un evento particolare come può essere la gestione quotidiana degli impegni lavorativi, il relazionarsi con i propri colleghi ecc.
Tra le cause più frequenti che determinano l'insorgenza dello stress lavoro - correlato e che necessitano di valutazione:
- Difficoltà a comunicare da parte del management
- Un ruolo inadatto alle proprie capacità e inclinazioni
- Lavorare in un ambiente dove le attrezzature risultano non idonee
- Episodi di mobbing
- Eccessiva focalizzazione da parte dell'azienda sugli obiettivi da raggiungere
Esistono alcuni sintomi di stress lavoro correlato che, in virtù della loro genericità, è opportuno siano verificati e monitorati da personale preparato.
INTERVENTI IN AMBITO AZIENDALE
L’attenzione a livello europeo verso lo stress lavoro correlato dimostra come tale problematica sia percepita come essenziale ai fini della tutela del lavoratore, della sua sicurezza e salute psico-fisica.
L'Accordo europeo del 08/10/2004 circa la tematica dello stress lavoro correlato, recepito dall'Italia nel 2008, è stato fortemente voluto e sottoscritto dal sindacato europeo e dalle organizzazioni dei datori di lavoro, al fine di realizzare delle linee guida europee, comuni per la prevenzione e la valutazione del rischio stress da lavoro correlato. Nell'Accordo europeo per lo stress lavoro correlato si legge che: "Lo scopo dell'accordo è migliorare la consapevolezza e la comprensione dello stress da lavoro da parte dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresentanti, attirando la loro attenzione sui sintomi che possono indicare l'insorgenza dei problemi di stress da lavoro".
Con l'introduzione nell'ordinamento italiano dell'art. 28, comma 1, D.Lgs. n. 81/2008 è stato sancito per le imprese e le pubbliche amministrazioni l'obbligo di valutare, tra gli svariati rischi che potrebbero minacciare la sicurezza e la salute dei lavoratori (rischio chimico, biologico etc), anche il rischio da stress lavoro correlato. Le indicazioni della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro illustrate in un documento approvato il 17 novembre 2010 hanno tentato di fornire ai datori di lavoro in modo semplice, breve e comprensibile un percorso metodologico che rappresenta il livello minimo di attuazione dell'obbligo nel quale la valutazione deve prendere in esame non i singoli lavoratori ma i gruppi omogenei di lavoratori, inclusi i dirigenti e i preposti, che risultino esposti a rischi dello stesso tipo. Come dimostrano anche recenti ricerche, lo stress lavoro correlato è una condizione che interessa in Europa circa un lavoratore su quattro e la percentuale di giornate lavorative perse a causa dello stress arriva a essere addirittura del 60%. L'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha reso pubblici gli ultimi dati inerenti lo stress lavoro correlato inseguito all'indagine ESENER il cui titolo del comunicato rende già molto bene l'idea: "Il 79% dei dirigenti europei è preoccupato dallo stress legato al lavoro, ma meno di un terzo delle aziende ha stabilito procedure per affrontarlo".